L’introduzione di farmaci innovativi nella cura del diabete mellito ha radicalmente modificato l’approccio alla malattia e soprattutto ha cambiato la storia naturale del diabete, aprendo nuove ed importanti prospettive sulla prevenzione primaria e secondaria delle comorbilità cardio-renali e cerebrali.
Trattare con le nuove classi di farmaci, incretine e gliflozine, significa non solo intervenire sul disordine metabolico che caratterizza il diabete mellito, ma anche ridurre la prevalenza di coronaropatie, scompenso cardiaco, morte cardiovascolare, ospedalizzazione per cardiopatie e nefropatia e insufficienza renale. Inoltre, l’uso di queste molecole sembrerebbe aprire importanti prospettive sulla cura delle malattie neurodegenerative, autoimmunitarie, infiammatorie epatiche (epatosteatosi) ed anche tumorali.

Il corso fornirà, tramite la rivisitazione dei concetti fisiopatologici del Diabete mellito, i punti di azione delle nuove molecole e le evidenze scientifiche a supporto, i nuovi orizzonti clinici della gestione del paziente con diabete mellito. La transizione verso l’innovazione si avvarrà anche dell’analisi metodologica del processo motivazionale per superare l’inerzia terapeutica.